I Clubmasters rappresentano un classico nel mondo dell’eyewear, proprio grazie ai tratti distintivi della montatura. Segni particolari: l’accento sulla parte superiore dell’occhiale, quella che si sovrappone al sopracciglio.
Questo particolare tipo di montatura, detta anche browline, risale agli anni 50, decade in cui venne adottata da capi di stato e intellettuali. Malcom X è sicuramente il più celebre dei volti incorniciati da questo specifico modello. Per aver rappresentato l’autorità e un certo clima sociale, negli 60 e 70 – gli anni della contestazione e dei capovolgimenti culturali – i browline vengono trascurati a favore di modelli più alternativi come i Ray-Ban Aviators o Wayfarer. Tornano però in auge negli anni 80, grazie a serie televisive e film che costruiscono anche sugli occhiali lo spessore e la credibilità dei personaggi.
Proprio negli anni 80 nasce il Clubmaster di Ray-Ban. In dieci anni conquistano pubblico e celebrità, tanto che negli anni 90 sono co-protagonisti di ben tre film: si vedono su Kevin Costner in JFK (1991), su Denzel Washington in Malcom X (1992) e su Michael Douglas in Un giorno di Ordinaria Follia (1993), indimenticabile nei suoi occhiali dal vetro incrinato e lo sguardo perduto. Grazie a questi film, i Clubmasters si spogliano del loro carattere ingessato e si impossessano anche di una vena fuori dagli schemi: ecco che diventano la divisa di chi pensa in modo diverso, come i geek, i secchioni che faranno la rivoluzione tecnologica.
Con tutto il loro appeal rétro e insieme visionario, negli anni 2000 riacquistano grande visibilità e un nuovo pubblico, quello che ama un modo di vestire impeccabile, definito dal tocco finale dei Clubmaster.
Diventati ormai un’icona, al pari di Aviator e i Wayfarer, Ray-Ban li ha celebrati nel 2013 con una versione Alluminium – con finitura in alluminio opaco, e una Folding –con le aste pieghevoli, aggiungendo funzionalità e leggerezza, ma anche eleganza e capacità di trasformarsi al più “impegnato” degli occhiali.
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